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Alimentazione

 

Per capire i fabbisogni nutrizionali di cani e gatti, è utile cominciare da un’analisi di base delle loro caratteristiche anatomiche, e da come queste differiscano da quelle di erbivori ed onnivori.
“Anatomia Comparativa” di Milton (Milton R. Mills, M.D.) ha illustrato come tutti gli animali siano anatomicamente e fisiologicamente adattati a procurarsi e a cibarsi di particolari tipi di alimenti.
Mediante l’analisi delle caratteristiche anatomiche, associate con ciascun tipo di dieta, siamo in grado di classificare un animale come:
1. CARNIVORO (mangiatore di carne)
2. ERBIVORO (mangiatore di vegetali)
3. ONNIVORO (mangiatore sia di animali che di vegetali)
Questa classificazione aiuta a comprendere per quali alimenti un animale abbia adattato il proprio apparato digerente.

Come risaputo il gatto fa parte della classe dei carnivori: Carnivoro significa “mangiatore di carne” ed identifica quegli animali la cui dieta è composta principalmente di carne.
Caratteristiche anatomiche comuni tra i carnivori sono:

  • TRATTI DIGERENTI BREVI, SEMPLICI ED ACIDICI. Proteine e grassi di origine animale vengono digeriti velocemente e facilmente dai brevi apparati digerenti di cani e gatti.

E’ eccezionale anche la capacità di secernere acido cloridrico da parte dei gatti. Allo scopo di facilitare la riduzione delle proteine a peptidi e la morte dei batteri che contaminano le carni in decomposizione,i gatti sono in grado di mantenere il proprio pH gastrico fortemente acido, su valori attorno a 1-2.

  • DENTI APPUNTITI (creati per lacerare la carne, non triturare vegetali). I carnivori presentano denti allungati per uccidere le prede e strapparne le carni.

I loro molari sono triangolari con margini seghettati e funzionano come le lame di una forbice, conferendo all’animale la capacità di tagliare di netto brandelli di carne.

  • LE MASCELLE SI MUOVONO IN VERTICALE. A differenza di erbivori ed onnivori che triturano il cibo masticandolo da parte a parte, le mascelle  del gatto lavorano in verticale per conferire un forte movimento di taglio sui molari, e per consentire all’animale di ingerire grossi bocconi di carne.

  • SALIVA SENZA AMILASI. L’amilasi nella saliva è una caratteristica propria di onnivori ed erbivori, ma non dei carnivori come il gatto.

Dal momento che l’amilasi non è presente nella saliva, il compito di produrre questo enzima necessario per la digestione di carboidrati complessi è interamente a carico del pancreas.
Alimentare i gatti pensando che essi siano degli onnivori porta il pancreas a lavorare più intensamente allo scopo di digerire alimenti pieni di carboidrati (invece di produrre i normali quantitativi di enzimi necessari per la digestione di proteine e grassi).

 

CONCLUSIONI: I GATTI SONO PROGETTATI PER UNA DIETA QUASI ESCLUSIVAMENTE CARNEA

Ora messo in chiaro che il gatto è un carnivoro la domanda da porsi è:

quali alimenti sono appropriati alla sua anatomia e quali no?

 

Ecco l'elenco degli alimenti appropiati alla dieta di un carnivoro:

  • FONTI PROTEICHE ANIMALI:

La proteina è elemento vitale per i nostri amici felini – essenziale per le funzioni vitali più elementari, tra cui la rigenerazione delle cellule, il mantenimento dei tessuti, la produzione di ormoni ed enzimi e anche per apportare energia.
Sebbene le proteine siano essenziali, non tutte le proteine funzionano allo stesso modo, in quanto la qualità della proteina può variare enormemente in funzione della sua origine.
Tre sono i fattori che ne influenzano la qualità:
1. FONTE PROTEICA
2. COMPOSIZIONE AMMINOACIDICA
3. DIGERIBILITA’


FONTE PROTEICA
A causa dei diversi profili amminoacidici di proteine animali e vegetali, le PROTEINE ANIMALI sono considerate “proteine complete” per i gatti, mentre le PROTEINE VEGETALI sono considerate “proteine incomplete”.


COMPOSIZIONE AMMINOACIDICA
Le PROTEINE ANIMALI contengono tutti gli amminoacidi essenziali  in proporzioni tali da soddisfare i fabbisogni richiesti per la loro salute, il loro mantenimento e la loro crescita.
Le PROTEINE VEGETALI, quali il glutine di mais, la farina di soia e gli isolati proteici vegetali, non contengono tutti gli amminoacidi nelle corrette proporzioni richieste dal loro organismo.
Amminoacidi essenziali per i gatti (quali arginina, taurina, metionina, lisina e triptofano) sono spesso mancanti nelle proteine vegetali.


DIGERIBILITA’ DELLE PROTEINE
La digeribilità delle proteine è un elemento chiave per valutarne la qualità.
Dopo tutto, che vantaggio ci sarebbe nell’avere un alimento con le proteine della qualità più elevata, se queste non fossero anche di facile digestione?
Un alimento con un’elevata digeribilità proteica è quello le cui proteine possono essere più facilmente e velocemente scisse in elementi più piccoli di facile assimilazione.
Per il breve apparato digerente da carnivori dei gatti, le proteine vegetali sono di gran lunga meno digeribili rispetto a quelle delle carni.

 

  • FONTI LIPIDICHE ANIMALI

Sebbene spesso vengano visti negativamente dalle persone attente alla salute, i grassi sono una componente essenziale della dieta dei felini.
Siccome spesso ci preoccupiamo di ridurre il consumo di grassi, si tende erroneamente a dimenticare il loro ruolo essenziale nella dieta dei nostri amici a 4 zampe.
Proprio come le proteine, i grassi non sono tutti uguali e differiscono in modo evidente tra loro in struttura e qualità.
I gatti non soffrono di problemi di colesterolo e di cuore dovuti a livelli elevati di grassi animali, e non può sorprendere il fatto che essi necessitino di grassi di origine animale, piuttosto che di quelli vegetali.
Due sono le funzioni fondamentali dei grassi:
1. Apportare energia concentrata
2. Apportare gli acidi grassi essenziali (per esempio gli Omega-3) che il loro organismo non può sintetizzare con le sue vie metaboliche.

 

I CARBOIDRATI SONO APPROPRIATI PER I CARNIVORI?
I gatti non hanno alcun fabbisogno alimentare in carboidrati e si sono evoluti per utilizzare le proteine e i grassi come fonti energetiche.

  • La dieta naturale non contiene pressoché alcun carboidrato, e i piccoli quantitativi di cereali, frutta e verdura predigeriti nello stomaco delle prede rappresentano una frazione minima della dieta complessiva.

  • Gli alimenti odierni, ricchi di carboidrati, inducono a fluttuazioni della glicemia e a resistenza all’insulina, considerati da molti come le cause principali di obesità, diabete e altri problemi di salute comuni tra i gatti.

  • Gli alimenti secchi convenzionali per gatti presentano un contenuto in carboidrati totali molto elevato, in molti casi superiore al 40-50%.

  • Più o meno la metà del contenuto degli alimenti secchi convenzionali per gatti è costituita da zuccheri semplici non essenziali! Questo dato importante viene spesso trascurato dai consumatori, in quanto non è obbligatorio dichiarare sulla confezione il tenore in carboidrati dell’alimento.

  • Un’assunzione di carboidrati superiore ai fabbisogni giornalieri del gatto (cosa che avviene regolarmente con gli alimenti convenzionali) predispone gli enzimi corporei ad immagazzinare i carboidrati in eccesso sottoforma di grasso corporeo.

  • La AAFCO (Association of American Feed Control Officials), nella sua guida ai profili nutrizionali, evidenzia come i carboidrati non siano essenziali per i gatti, e come non vi sia un livello minimo richiesto per questi nutrienti.

  • Secondo il Dr. David S. Kronfeld, i carboidrati non sono necessari per i gatti adulti, nemmeno per quelli che compiono intensa attività fisica, in quanto il fegato è ampiamente in grado di sintetizzare il glucosio necessario da proteine e grassi.
     

ALIMENTARE I GATTI ASSECONDANDO LA LORO ANATOMIA
“I gatti si sono evoluti come predatori e, nonostante i moderni stili di vita, le loro caratteristiche anatomiche e dell'apparato digerente sono rimaste invariate per secoli.

 

Qeusta considerazione porta quindi alla seguente domanda:

se i gatti sono carnivori, evolutisi per una dieta quasi esclusivamente a base di carne, perchè gli alimenti convenzionli contengono così tanti cereali e carboidrati?

 

Provo a spiegarlo in breve...

 

BREVE STORIA DEGLI ALIMENTI COMMERCIALI PER CANI E GATTI

Ripercorrere la breve storia degli alimenti commerciali aiuta a spiegare perché la maggior parte di essi siano stati sviluppati tenendo in considerazione più la convenienza e l’economicità che non la salute di cani e gatti.
A partire dalla nascita degli alimenti secchi (1860), passando per la loro diffusione di massa (1970), la maggior parte dei produttori si è concentrata su costi e convenienza a spese della qualità nutrizionale.
Questo intento spiega la prevalenza dei cereali a buon mercato e dei sottoprodotti che, sebbene ben poco adatti per la nutrizione di cani e gatti, possono essere lavorati facilmente per ottenere alimenti a basso costo e di lunga conservazione.
Qualcuno potrebbe osservare che cani e gatti si sono adattati a questi tipi di alimenti, ma quanto spiegato prima ha chiarito che il loro sistema digestivo è rimasto invariato.
Laddove si verifichino, questi adattamenti evolutivi richiedono molto più tempo di un solo centinaio di anni, e i mutamenti evolutivi – dai macroscopici cambiamenti anatomici fino a quelli più microscopici a livello molecolare – che sarebbero necessari allo sviluppo di queste differenti capacità digestive richiederebbero MOLTO più tempo di quanto i cani e i gatti ne abbiano vissuto a fianco dell’uomo.


1860 | IL PRIMO ALIMENTO SECCO PER CANI

  • Il primo alimento prodotto specificatamente per il cane fu creato da un elettricista americano, James Spratt, che sviluppò l’idea della “torta per cani” – fatta di grano, verdure e sangue bovino.

  • Altre società seguirono quest’idea e così gli alimenti per cani a base di cereali cotti al forno entrarono nel mercato degli alimenti per animali, fino ad allora dominato dalle macellerie.

1930 | LA GRANDE DEPRESSIONE, ALIMENTI A BUON MERCATO

  • Gli anni ’30 videro l’introduzione nel mercato, da parte della Gaines Food Company, di alimenti secchi a base di farine di carne.

  • Per società quali Nabisco, Quaker e General Foods l’emergente mercato del pet food ha rappresentato l’occasione giusta per trarre profitto da sottoprodotti altrimenti inutilizzabili.

  • Venduti grazie al vantaggio principale dell’economicità, questi prodotti contenevano elevate inclusioni di cereali che garantivano una più lunga shelf-life, mentre i loro carboidrati apportavano calorie a buon mercato.

1960 | I PRODUTTORI DICHIARAVANO CHE I LORO PRODOTTI ERANO SUPERIORI POICHE’ UTILIZZAVANO CEREALI E CARNI DI SCARTO NON ADATTI AL CONSUMO UMANO

  • Negli anni ’60 si svilupparono nuovi dibattiti in quanto i produttori affermavano che i loro prodotti erano di buona qualità, in quanto impiegavano gli scarti di lavorazione dei cereali e carni altrimenti inutilizzabili per l’alimentazione umana.

  • Per quanto coscienti del fatto che carni fresche e verdure fossero alimenti di eccellente qualità, i produttori sostenevano tuttavia che cani e gatti potevano essere nutriti in modo poco costoso con scarti industriali e comunque rimanere in salute.

  • Le grosse industrie di lavorazione dei cereali continuavano quindi ad avere un buon mercato per i loro sottoprodotti, mentre i macelli beneficiavano di un mercato per i loro scarti di macellazione che altrimenti sarebbero stati solo un costo.

1970 | “COMPLETO & CONVENIENTE” COME VANTAGGIO PRIMARIO

  • Negli anni ’70, la convenienza era la prima argomentazione di vendita per gli alimenti confezionati per cani. Versare pezzi secchi di cibo in una ciotola era di gran lunga più veloce che cucinare o preparare in casa il pasto del proprio cane. 

  • Le società produttrici cominciarono a dichiarare che i loro prodotti erano completi, non avevano quindi bisogno di alcuna aggiunta od integrazione, aggiungendo inoltre che gli scarti della cucina erano pericolosi per la salute del cane.

1970 | NASCONO LE DIETE SPECIALI

  • Formulate per alcune specifiche patologie o problematiche di salute – le diete veterinarie speciali erano (e sono ancora) spesso poco più del solito alimento in una confezione diversa.

  • L’introduzione delle diete speciali portava con sé l’idea che la nutrizione fosse complessa e che quindi la gente dovesse fare affidamento più al consiglio del  veterinario che non al buon senso.

  • La possibilità di acquisto degli alimenti per cani e gatti si estese dai supermarket agli ambulatori veterinari.

1980 | L’ARRIVO DEI “SUPER PREMIUM”

  • Descritti come più nutrienti ed in grado di offrire una gamma di prodotti specializzati per le diverse fasi di vita, la grande maggioranza degli alimenti “Premium” ancora impiegava la vecchia concezione: tanti cereali, tanti carboidrati, poca carne e poche proteine.

1990 | I CONSUMATORI DIVENTANO PIU’ PREPARATI (in un certo modo)

  • Dopo aver realizzato l’importanza della nutrizione nella loro vita, i consumatori cominciarono a leggere con attenzione sempre crescente le etichette degli alimenti per cani e gatti.

  • Questo portò alla nascita dei cosiddetti alimenti “Olistici”, e i produttori iniziarono a mettere in risalto alcuni specifici ingredienti (come i cereali biologici) che affascinavano i consumatori, piuttosto che essere di un qualche beneficio per i loro cani.

  • Quasi tutti gli alimenti “olistici” sono comunque costituiti per la maggior parte da cereali e carboidrati, e sono tutto TRANNE che olistici se visti dal punto di vista dell’animale.

2000 | IL PASSATO, RIVISITATO
Più le cose cambiano, più rimangono le stesse! Sebbene il mercato del pet food si evolva, gli alimenti stessi continuano ad essere costituiti in modo preponderante da ingredienti fortemente lavorati, visto che la stragrande maggioranza degli alimenti convenzionali odierni per cani e gatti ancora è costituita per più del 50% da cereali e quasi altrettanti carboidrati.

  • Considerando tutte le allergie e le malattie croniche che affliggono i nostri cani e gatti di oggi, possiamo ancora ritenere gli attuali alimenti salutari?

  • Sebbene i consumatori di oggi siano meglio informati e sempre più attenti agli ingredienti degli alimenti destinati ai loro animali, la maggior parte delle persone non è conscia del contenuto in carboidrati di questi prodotti e non sa valutare la qualità delle proteine e dei grassi contenuti.

  • I cereali sono ampiamente considerati alimenti salutari per l’uomo, e gli alimenti secchi sono sempre stati prodotti con cereali – le due principali ragioni per cui i consumatori accettano i cereali come componente della dieta del proprio animale. I cereali ci sono sempre stati, quindi raramente sono stati messi in discussione.

  • Quando si chiede ai consumatori se ritengono cereali e carboidrati appropriati per l’alimentazione dei loro cani e gatti, molti di loro giungono a comprendere che questi non fanno parte della loro dieta naturale.

  • Nonostante i progressi nel marketing – Premium, Super Premium, “Raccomandato da veterinari” e alimenti olistici – gli alimenti non sono cambiati di molto negli ultimi 40 anni. Gli alimenti convenzionali sono prodotti sempre dalle stesse compagnie e sono ancora poveri in proteine, ricchi in carboidrati e con elevate inclusioni di cereali (cosa particolarmente evidente nelle diete veterinarie).

  • Come dimostra la storia, i produttori creano alimenti studiati principalmente per attrarre i consumatori. Questo generalmente avviene con costi più bassi proponendo la massima convenienza, piuttosto che realizzando un prodotto più adatto a cani e gatti.

 

 

Se gli alimenti convenzionali per cani e gatti sono creati per essere convenienti, quali prodotti sono invece studiati per soddisfare le loro necessità biologiche?

 

Detto semplicemente, “Biologicamente Appropriato” significa fornire all’animale l’alimentazione per cui si è evoluto in natura.

Per i gatti, un’alimentazione Biologicamente Appropriata comprenderebbe un’ampia varietà di carni fresche per avere una dieta ricca di proteine, con un moderato contenuto in grassi e povera di carboidrati.
Detto questo, dovrebbe essere chiaro che grossi quantitativi di cereali e carboidrati NON sono certamente appropriati per loro.
Le diete Biologicamente Appropriate sono invece ricche di ingredienti animali freschi che apportano proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali nei giusti quantitativi e rapporti (in quanto calibrati sulle capacità digestive dell’animale).


ELEMENTI CHIAVE DI UNA DIETA BIOLOGICAMENTE APPROPRIATA
In forma di alimento secco, gli alimenti Biologicamente Appropriati per  gatti devono presentare:
1. ABBONDANZA DI PROTEINE ANIMALI grazie a formulazioni ad elevata concentrazione di carne.
2. ELEVATE INCLUSIONI DI DIVERSE CARNI FRESCHE da varie fonti animali.
3. BASSO TENORE DI CARBOIDRATI e in particolare mancanza di cereali iperglicemizzanti.
4. GRASSI ESSENZIALI DI ORIGINE ANIMALE (carne e pesce) – e non vegetale.
5. FRUTTA, VERDURA ED ESSENZE BOTANICHE dalla valenza omeopatica.
6. NESSUN ECCESSO o sovradosaggio di calcio e fosforo.

 

QUANTO E’ TROPPO?
Mentre un tempo si pensava che troppe proteine potessero causare problemi di salute, la scienza ha ormai da tempo dimostrato che questo mito non ha fondamento.
Gli studi hanno dimostrato che le proteine non sono causa di problemi ortopedici nei cuccioli, né di patologie renali in cani anziani.
In realtà le proteine elevate sono estremamente benefiche: sostengono il sistema immunitario e quello nervoso centrale, contribuiscono alla guarigione delle ferite, favoriscono lo sviluppo della muscolatura magra e sono necessari per la salute di pelle e pelo.
Ogni intenzione di ridurre le proteine negli odierni alimenti per animali è chiaramente legata all’intenzione di ridurre i costi di produzione piuttosto che alla preoccupazione per la salute dell'animale.

  • Se un tempo si riteneva che le diete a proteine elevate potessero predisporre a patologie renali, studi clinici hanno invece dimostrato in più occasioni che non esiste alcuna correlazione tra diete a proteine elevate e patologie renali.

  • Il mito secondo cui le proteine elevate sono dannose per i reni è probabilmente nato perché, nel passato, pazienti con patologie renali venivano normalmente alimentati con diete povere di proteine (e quindi di azoto).

  • La scienza ha dimostrato successivamente che per pazienti nefropatici l’attenzione deve essere posta sulla qualità delle proteine, piuttosto che sulla loro quantità.

  • La capacità da parte delle proteine alimentari in eccesso di indurre insufficienza renale è stata studiata in gatti con funzionalità renale già compromessa,gatti con un solo rene e gatti anziani. Tutti gli studi riportano in conclusione che le proteine elevate non influiscono negativamente sulla funzionalità renale.

  • La proteina alimentare assunta in eccesso rispetto ai fabbisogni giornalieri non viene immagazzinata, ma viene deaminata e lo scheletro carbonioso rimanente viene ossidato attraverso le vie metaboliche di grassi e carboidrati. L’azoto di scarto che si genera viene allontanato mediante le urine in forma di urea o ammoniaca.

  • Non esiste alcun collegamento diretto tra proteine elevate e sviluppo scheletrico di cuccioli o giovani, di qualunque razza essi siano. Sono i livelli di calorie e minerali -E NON QUELLI PROTEICI- ad essere correlati direttamente con problemi ortopedici nei cuccioli in crescita.

  • La restrizione proteica in gatti anziani non solo non è necessaria, ma può essere addirittura dannosa. I fabbisogni proteici in realtà aumentano del 50% circa nei cani anziani, mentre quelli energetici tendono a diminuire. Quando si apporta una quota proteica insufficiente, il fenomeno della perdita di massa muscolare, associato all’età, può aggravarsi e può contribuire ad una più precoce mortalità.

 

Detto questo, mi scuso per la lunga lettura ma dovevo spiegare il perchè delle mie affermazioni, provo ad elencare i cibi che sono appropriati per la dieta di micio:

nel mio allevamento utilizzo solo alimenti biologicamente appropriati, sia umidi che secchi.

I miei gatti hanno a disposizione sempre crocchette ad alto contenuto proteico e mangiano l'umido una volta al giorno tutti i giorni.

Per la razione umida, che tengo a precisare essere molto importante in quanto apporta liquidi che il gatto raramente assume (infatti i gatti quasi si dimenticano di bere se sono in salute), utilizzo sia scatolette di marche che utilizzano prodotti freschi e poco lavorati, cotti a vapore e con l'aggiunta di vitamine e minerali; oppure cucinati da me, come carne trita di tacchino, pollo, vitello, sempre cotta a cui aggiungo vitamine e acidi grassi essenziali.

 

Molti mi chiedono se possono dare il latte ai loro mici: anche se l'apparato digerente del gatto adulto non è più abituato a digerire il latte in quanto gli enzimi preposti alla sua digestione spariscono perchè non più utilizzati, il latte di capra intero o parzialmente scremato può essere dato a micio anche se adulto senza grossi problemi, basta non esagerare con le quantità. Lo trovo anzi un ottimo rimedio per rinfrescarlo nelle giornate estive afose, io ad esempio lo do direttamente di frigo, (non congelato ovvio), ed è cosa molto gradita.

 

Come detto prima, il gatto tende quasi a dimenticarsi di bere. Infatti i gatti sono molto schizzinosi, appena sentono che l'acqua non è più freschissima si rifiutano categoricamente di berla. A questo c'è una soluzione: dotarsi di una bella fontanella per l'acqua! Nei negozi di animali ormai ci sono diversi modelli in vendita; queste fontanelle mantengono l'acqua fresca e sempre filtrata inducendo quindi micio a bere un po di più.

 

Ricetta Sfiziosa:

100g di pollo o tacchino macinato - fegato di pollo - 1 tuorlo d'uovo - 1 tazzina di riso soffiato - 1 carota piccola - 1 zucchina piccola - 1 patata novella - integratore vitaminico - olio di salmone.

 

Mettete a bollire la carne con un dito di acqua e il riso soffiato; a fine cottura aggiungere le carote, le patate e le zucchine precedentemente lessate e schiacciate e l'uovo sbattuto. Mescolare il tutto e attendere che si raffreddi. Una volta raffreddato aggiungere le vitamine in polvere e un filo di olio di salmone.

 

Buon appetito!

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