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Il Persiano - la sua storia

 

Le sue origini sono alquanto controverse si dice sia discendente del più antico Angora (importato in Europa intorno al 1600) altri sostengono che sia  stato chiamato anche gatto cinese,russo,indiano, comunque il vero motivo di discussione è l’origine del caratteristico mantello e l’introduzione del  gene pelo lungo in Europa non presente nei gatti comuni domestici del vecchio continente. Alcuni ipotizzano anche una sua discendenza dal gatto di manul un felino selvatico dal pelo lungo che vive tuttora nella Cina occidentale, in Tibet e nella Mongolia, gatto che si sarebbe poi insediato in Anatolia. Altri ancora sostengono l’ipotesi della mutazione spontanea dovuta all’adattamento del gatto ai rigidi inverni della Turchia. I primi esemplari sarebbero giunti in Italia dalla Turchia intorno al 1550 grazie ad un esploratore italiano il cui nome era Pietro Della Valle.  Quasi dopo un secolo nel 1620 vennero notati ed importati dalla Turchia anche da un antiquario francese, Nicolas Fabri de Peirex, portandone con se una coppia che fece conoscere ai nobili francesi dove diventarono di gran moda nelle loro case aristocratiche tantochè possederne uno era diventato un 'must', simbolo di ricchezza e raffinatezza. A metà '700  il naturalista e scrittore George Louis Buffon dedicò un intero capitolo del suo libro "Storia Naturale" al discendente del gatto d'Angora, citando Della Valle e Fabri de Peirex, tantochè diventò famoso anche nelle Indie e quindi anche alla corte inglese. L’allevamento selettivo iniziò nel 1871 in Francia e Gran Bretagna. L’Inghilterra è stata nel passato sicuramente una patria per le principali razze di gatti, e nella storia del gatto persiano non poteva mancare un importante riferimento relativo alla Regina Vittoria che ne volle due esemplari di colore blu per il palazzo reale. Fu a Londra infatti, che nel 1889, vennero fissati i primi standard di razza e dei programmi di selezione per migliorarne il mantello ed estendere la gamma dei colori e dei motivi che attualmente annoverano più di 200 varietà.  Le numerose selezioni diedero origine a colori del mantello diversi con caratteristiche fisiche lievemente differenti come il colore degli occhi.  

Negli anni '30 del Novecento, il

gatto persiano si diffuse poi negli

USA, dove perpetuò la sua fama di 

'status symbol' e fu selezionato da 

alcuni allevatori che estremizzando

le sue caratteristiche, crearono i 

"peke face", dal nome del cane 

pechinese, ma questi esemplari

avevano grandissime difficoltà di 

masticazione e respirazione.

                                                                                                                                               Gatto selvatico Manul

Oggi giorno, un lavoro selettivo più oculato e consapevole ha riportato il persiano ad una linea più armoniosa e non presenta più quelle anomalie che minavano la sua salute.

 

 

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